insieme noi
che giovani non fummo
giunti alla vetta infine riposammo
senza un respiro per guardarci attorno
seguendo il piano inclinato di frattura
detriti attorti nulla più d’umano
atroce scempio di natura arsa
e riarsa e fiumi turbolenti
maleolenti grigi
e disperati
amaramente scivolando
a mare lungo l’assurda sequenza
di incontrovertibili segnali di fatale
annunciata catastrofe e diffusamente
sparsa d’umani e cose e d’animali
ma povero piccolo ego il nostro
chiuso a conoscenza d’unità
limitato cattivo
a distruzione
di natura volto e cieco
con lavoro feroce assurdo senza
alcuna visione di un armonico futuro
di contro appare atroce distopica visione
di rovine fumanti e faglie terminali
maledetto destino d’una specie
nefanda inutilmente crudele
incapace di bene
e senza pace