respiro quiete
mi specchio nell’immenso
seleziono conchiglie archivio sguardi
colleziono tramonti insabbio sogni
arenata in risacca digitale
aspetto salvifica onda
che dilavi i giorni
alto nel cielo
un volo
di gabbiano
disegna segno
lieve e permanente
che misura la distanza
dei mondi tra cielo e terra
a intrecciare rimorsi d’orgoglio
come orsogli a tessere tenaci e setosi
malinconica trama di pensieri tanto che
l’ora volge e trema e s’allontana il Divino Poeta
e t’abbandona se improvviso imprevisto improperio
spacca gli specchi di spocchiosi mostri
galleggianti narcisi nello stagno
altezzosi papaveri
allo sbando
avanza finalmente dilagando
mareggiata marmaglia furibonda
con raffiche di rabbia investe diga
che tenta di arginare gli scompensi
gli insanabili guasti
della storia
imperdonabili derive
se ingiustizia corrode speranza
sotto la superficie ribollono frammenti
residui fermentati configurano inediti scenari
mentre questo che avanza è sol languore e pianto
definitivo abbandono irrefrenabile imprevedibile urlo
segnando linea di sconfinamento tra possibile e no
sgretola silenzio diventato impossibile il respiro
per i troppi pensieri agglutinati per parole
ingabbiate da sgomento e rancore
desolata compagna nella notte
assenza totale di speranza
accidente o incidente
non importa
se l’abisso
inghiotte
il passo
se
nero
gorgo
costringe
a invertire la rotta
diretta al grande nulla
RESPIRO QUIETE [Silvana Leonardi]
tempo di lettura 1 minuto