Annibale Sersale e la Raccolta di scenari

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Per circa due secoli i due volumi manoscritti rimasero latitanti, fino a quando nel 1896 furono acquistati sul mercato antiquario da Benedetto Croce, che ne dette una breve presentazione sul Giornale storico della letteratura italiana dello stesso anno, orgogliosamente presentandola come la raccolta numericamente più ricca di scenari tra quelli noti, perché i «due volumi ne hanno l’uno 93 e l’altro 90, in tutto 183». Da quel momento i due volumi manoscritti, donati da Croce stesso alla Biblioteca Nazionale di Napoli, dove si conservano, divennero oggetto di studio privilegiato presso gli specialisti di storia della Commedia dell’Arte e dei teatri di Napoli.
Clemente Napolitano ripercorre le fasi della fortuna critica dei Gibaldoni di Casamarciano, mettendo in luce il loro rapporto con la tradizione precedente e l’utilizzazione che degli stessi soggetti ivi raccolti continuarono a fare i commedianti tra Sette e Ottocento. Esemplare da questo punto di vista la vicenda delle Disgratie di Pollicinella del romano Gregorio Mancinelli, autore e attore di commedie e drammi, molto attivo nell’ultimo trentennio del Settecento e che risulta già morto nel 1807. Da un mio vecchio appunto ricavo la notizia che lo stesso soggetto fu messo in scena il 21 gennaio 1813 nel teatro privato di Carolina Annunziata Bonaparte, all’epoca regina di Napoli, probabilmente tradotto in francese (con il titolo Disgraces de Polichinelle) a beneficio degli infanti reali, che non avevano molta dimestichezza con la lingua dei lazzi e dei frizzi italo-napoletani.

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