Introduzione
L’anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è stata inserita nel dsm5 nella categoria diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
La caratteristica principale di questo disturbo è che i pazienti non presentano assenza di appetito, nonostante il termine significhi letteralmente “ mancanza di appetito”.
Ciò che caratterizza la malattia è il terrore di ingrassare e la necessità di controllare l’alimentazione in vista della assoluta magrezza.
L’ aumento di peso viene percepito come mancanza di autocontrollo.
Sintomi
- Restrizione dell’assunzione delle calorie
- Intensa paura di aumentare di peso e di essere grassi
- Influenza eccessiva del peso sull’autostima.
Ci sono 2 tipi di anoressia nervosa:
- Con restrizioni
- Con abbuffate e condotte di eliminazione.
Di fronte ad un digiuno che metteva a repentaglio la vita si cercava di capire se fosse opera divina o diabolica: tutte le sante anoressiche si trovarono a fronteggiare una gerarchia clericale maschile profondamente scettica. Solo una piccola parte delle anoressiche medioevali riuscì a convincere sulla loro ispirazione divina. Le poche che vi riuscirono diventarono oggetto di timore e reverenza. La loro anoressia fu vista aspetto esterno di un eroico, ascetico masochismo, giustificato nella letteratura della religiosità cristiana radicale.
La risposta di chi stava intorno all’anoressica rafforzava il suo senso di identità in quanto malata, mentre altre volte costituiva la sua “ guarigione”, altre ancora aggravava la situazione.
Ma era la gerarchia religiosa e non la giovane a dover definire la sua anoressia come Santa, demoniaca o morbosa.
La santa anoressia nasce dall’ intersezione di due ambiti:
- Gli imperativi della società.
- La dimensione psicologica del digiuno volontario.
Essere serva di Dio significa non essere soggetta all’ autorità di nessun uomo; cancellare ogni sensazione di dolore, fatica, desiderio sessuale e fame significa essere padrona di se stessa.
Per questo sono le Sante le più colpite da anoressia in una società in cui predominava la figura maschile. L’anoressia insorge quando la giovane tende ad un fine socialmente molto apprezzato e i parenti, soprattutto i genitori, perseguono questo fine spesso con onori solo marginali.
Lei emerge da una situazione psichica di paura e insicurezza. La sua nuova stima e fiducia in se stessa riceve approvazione solo da coloro dai quali dipende e ciò peggiora il suo comportamento di auto privazione. Questo fino a che diventa l’unica fonte della sua coscienza di sé. L’ anoressia va ad eguagliare la sua identità e il digiuno volontario diventa al di là della sua coscienza.
La sua insicurezza cede il passo ad una assoluta sicurezza. La moderna anoressia ha una distorsione visiva, per cui ci si vede allo specchio più grasse, in più ci si sente benissimo e si fanno cose che necessitano di una grande resistenza fisica. La Santa anoressia vede l’anello di Gesù al suo dito e un posto per lei in paradiso, sente l’amore di dio e si ciba della sola ostia.
Entrambe perseguono i propri obiettivi in modo fanatico e ossessivo, che sono approvati dalla società. In definitiva l’auto distruzione di entrambi i casi richiama l’attenzione di famiglia amici e medici.
In tutte le Sante anoressiche sono presenti aspetti comuni:
1 . La loro infanzia dà loro una grande capacità di fede 2. nell’infanzia vengono adorate soprattutto dalle madri
- Le prime gratificazioni orali non sono elevate (Ad esempio la madre di V. allatta i bambini del vicinato).
- I primi impulsi religiosi, ossia le credenze infantili nei racconti fantastici, sono più per bambini che per bambine. Infatti la maggior parte di queste donne aveva dei fratelli
- Spesso sembra sia stata determinante una morte in famiglia (si instaura un meccanismo per cui si crede che è il proprio corpo a causare la morte della persona amata).
In particolar modo nelle Sante anoressiche che sono state sposate, ma è presente in tutte, c’ e la spinta alla distruzione del corpo perché la carne non può essere domata e perciò deve essere annientata. Il cibo è cibo non un simbolo fallico incorporato ma il fatto di essere cibo non vuol dire che abbia minor significato sessuale per le vergini e le pie vedove. Il cibo sostiene il corpo corrompe la vita sulla terra e perciò uccide l’anima, la vita eterna; la morte deve essere sconfitta e il modo più sicuro per trionfare sulla paura della morte è morire volontariamente. La Santa anoressia agli inizi della sua vita di santità controlla la propria guerra contro il corpo e quindi soffre di ogni sconfitta, si tratti di un piatto di cibo trangugiato in fretta o di una tormentosa flagellazione. Alla fine la Santa radicale comincia a sentirsi vittoriosa nella sua lotta e affida il controllo della sua battaglia al profondo della sua psiche e alle norme convenzionali. A causa delle prolungate preghiere mentali muta l’equilibrio ormonico, vengono soppressi i bisogni vitali del cibo e del riposo. È una guerra contro i bisogni corporali in cui si richiede l’autonomia puramente a livello interiore ed è una lotta per liberarsi dall’autorità patriarcale che tenta di imporsi tra la Santa anoressia e il suo Dio. La Santa anoressia si rivolta contro il cristianesimo dipendente e passivo e si incentra su Gesù e la sua crocifissione cercando un’unione intima e fisica con Dio convinta che il suo sposo spirituale comunichi direttamente con lei e ottiene una reale autonomia e i comandi degli uomini sulla terra diventano insignificanti.
La totale dipendenza della Santa da Dio è considerata come una virtù eroica dall’autorità patriarcale cosicché la donna si pone in posizione di enorme forza. Soltanto pochissime donne ebbero il carisma di sostenere una simile protesta e non c’è neanche nessun motivo per affermare che anche queste Sante anoressiche intendessero appropriarsi in modo chiaro e consapevole delle prerogative maschili. Le sante anoressiche sfuggirono ai precisi confini entro cui la gerarchia maschile li aveva confinate come femmine aprendo nuove vie all’espressione religiosa della donna in generale.
Rudolph Bell ha studiato Le Sante anoressiche nel loro contesto storico e psicologico ed è arrivato alla conclusione che non soffrivano di quel disturbo chiamato anoressia nervosa perché la Santa anoressia non comprendeva la paura di ingrassare e un insistente desiderio di dimagrire anche se sono due condizioni simili. Entrambi questi Stati sono caratterizzati dal rifiuto del cibo ma uno è causato dal desiderio di essere Santa e l’altro dal desiderio di essere magra. Le Sante anoressiche avevano il desiderio di un’immagine di estrema santità come le anoressiche dei nostri tempi hanno l’aspirazione alla magrezza. Inoltre si può paragonare la santità medievale alla magrezza contemporanea, due stati ideali di due ambienti culturali diversi. Alle Sante anoressiche venivano presentati modelli di santità ai quali dovevano aspirare come nella nostra cultura esiste l’ideale di bellezza femminile. Sia nell’Italia medievale che nel secolo XX le anoressiche sono perfezioniste, iperattive e mai soddisfatte dei loro risultati di essere Sante o magre. Inoltre sentono sempre il grave rischio di perdere il controllo nei loro scopi fanaticamente perseguiti, quindi sono molto autocritiche. I loro pensieri sono ossessivamente rivolti alla santità o alla magrezza a tal punto che non resta altro loro da fare tant’è l’energia che ci mettono in questo. Le Sante anoressiche come le anoressiche dei nostri tempi non hanno alcun interesse per i comuni rapporti umani considerandosi autosufficienti, indipendenti , sempre pronte ad aiutare gli altri, ma contrarie al ricevere aiuto. Le Sante anoressiche non dovevano avere bisogni sessuali narcisistici o nutritivi per essere pure. Qui abbiamo un’equazione santità digiuno. Le attuali anoressiche sono diffidenti del proprio corpo, preoccupate di poter essere tradite dalle loro necessità fisiche e il cibo e il desiderio di mangiare sono essenziali, ma provano repulsione anche nei confronti del sesso e sono disgustate dall’egoismo. Inoltre la magrezza significa assenza di desideri ed estrema privazione.