Pino Bertelli
Pino Bertelli è nato in una città-fabbrica della Toscana, tra Il mio corpo ti scalderà e Roma città aperta. Dottore in niente, fotografo di strada, film-maker, critico di cinema e fotografia. I suoi lavori sono affabulati su tematiche della diversità, dell’emarginazione, dell’accoglienza, della migrazione, della libertà, dell’amore dell’uomo per l’uomo come utopia possibile. È uno dei punti centrali della critica radicale situazionista italiana.
Nel 1993 il regista tedesco Jürgen Czwienk ha girato un documentario sulla vita politica e l’opera fotografica di Pino Bertelli: Fotografare con i piedi. Il regista Bruno Tramontano ha realizzato un cortometraggio, Adoro solo l'oscurità e le ombre, tratto dal suo libro, Cinema della diversità 1895-1987: storie di svantaggio sul telo bianco. Mascheramento, mercificazione, autenticità. Il pittore Fiormario Cilvini ha illustrato lo stesso testo in una cartella di 18 disegni a colori e una scultura. Video e cartella di disegni sono stati realizzati da un'idea di Tonino Notaro. I suoi lavori sono tradotti in diverse lingue. L’International Writers Association (Stati Uniti), l’ha riconosciuto scrittore dell'anno 1995, per la “non-fiction”.
Nei suoi libri di fotografia a sostegno degli ultimi, degli indifesi, degli oppressi… sono apparsi scritti di tre Premi Nobel (Dario Fo, Rigoberta Menchú, Unicef), prefazioni di storici, critici, saggisti, artisti, teologi, direttori di musei, docenti universitari, fotografi internazionali. Pier Paolo Pasolini, maestro e amico, gli ha regalato la prima macchina fotografica quando aveva quindici anni (e lo ha salvato dalla galera).
Nel 1997 i suoi ritratti pasoliniani di fotografia di strada sono stati esposti (unico fotografo) nella mostra (Le figure delle passioni) con 16 maestri d’arte a Villa Pacchiani, Santa Croce sull’Arno. È direttore responsabile della rivista di critica radicale Tracce, Cobas (Giornale dei Comitati di Base della Scuola), Cult, del giornale on-line Stile libero, direttore editoriale della casa editrice Traccedizioni, collabora con Le monde diplomatique, Fotographia, Sicilia Libertaria, AParte. Materiali irregolari di cultura libertaria, Phocus Magazine e altre testate.
Nel 1999 ha ricevuto il “Premio Castiglioncello” per la fotografia sociale. Nel 2004 il “Premio Internazionale Orvieto”, per il miglior libro di reportage, Chernobyl. Ritratti dall’infanzia contaminata. Nel 2014 l’Associazione di bioarchitettura BACO gli ha assegnato il “Premio Internazionale Vittorio Giorgini”. Alessandro Allaria ha fatto un reportage (per la televisione tedesca), Pino Bertelli. Il fotografo e le donne di Napoli, 2008.
Nel 2014 il regista Antonio Manco ha realizzato a Buenos Aires, Pino Bertelli. Ritratto di un fotografo di strada, prodotto dal Festival del Cinema dei Diritti umani di Napoli e Buenos Aires. Nel 2017 esce il dittico libro—film, Genti di Calabria. Atlante fotografico di geografia umana e I colori del cielo, con la regia di Francesco Mazza. Nel 2022 Stefano Fontana realizza il corto su Pino Bertelli, Un uomo senza patria. I suoi fotoritratti si trovano in gallerie internazionali, musei, accademie e collezioni private.
L’Archivio Internazionale di Fotografia Sociale di Pino Bertelli è curato dalla sua compagna di sconfinate avventure, la documentalista Paola Grillo, che collabora sul campo e con i testi ai libri fotografici di Bertelli.
Una parte del suo archivio fotografico è depositato all’Università di Parma, in un Fondo dell’Archivio comunale di Piombino e nel LWL-Industriemuseum. Westfälisches Landesmuseum für Industriekultur di Hattingen (Germania). La mostra fotografica Ferro, Fuoco, Terra! 50 anni di lavoro in Maremma si trova al MAGMA (Museo delle Arti in Ghisa nella Maremma) di Follonica. Una selezione delle sue fotografie e la sua opera Contro tutte le guerre, esposta alla Mostra d’Arte Biennale di Venezia nel 2011, sono presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Fa parte di Reporters sans frontières.