Gaetano Di Riso
Nasce a Lettere (NA) nel 1949, vive e lavora a Vico Equense. Si diploma in Scenografia all'Accademia di Belle Arti di Napoli, insegna all’Istituto d’Arte.
1970: La prima personale. Nel 1988 è invitato alla "Biennale del Sud" (Accademia di Belle Arti di Napoli e Castello di Gambatesa, Campobasso) e alla xv Edizione del ‘Premio Sulmona’ (AQ). Del 1990 è la personale "Paesaggio con rovine" presso ‘Arte & Image’ a Napoli. Intorno al 1991 emerge nella sua pittura un motivo iconografico nuovo, che ripropone il mito dell’identità originaria dell’uomo e della natura. Nei dipinti della personale "del cielo e della terra” del 1994, all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli, la storia dell'uomo e della natura appare consegnata al silenzio di un'azzurra lontananza: il silenzio del nulla di cui parla il Poeta, ma anche quello che accompagna e conclude l’esperienza di un'opera d'arte.
Nel 1996 partecipa alla rassegna "Misure uniche - Aspects de la peinture italienne contemporaine" (Lyon, Lisbona, Bruxelles, Grenoble) e con la personale "Voli" è presente al ‘Chiostro di S. Francesco’ in Ravello (SA). Nel 1997, per il "Progetto arte 2", gli si dedica una serata presso la libreria Guida di Napoli. Nello stesso anno partecipa alla rassegna "Il progetto dell'Essenza", che parte dal Museo Sursoch di Beirut e si conclude nel 1998 ad Ankara. Nelle opere di questi anni l’immagine dell’uomo dialoga sempre più spesso con quella della città. Il mito delle origini si associa ora intimamente a quello della civiltà e si colora di qualche risonanza utopica. Ma l’utopia è innanzi tutto nel fascino di un microcosmo dipinto, immobile e sospeso nella natura come in una culla d'azzurro, in una pittura cioè che riscopre la speranza della vita specchiandosi in se stessa.
Sempre del 1998, “Il mondo addosso” presso il Circolo dell’Unione in Vico Equense. Seguono, tra il 1998 e il 1999, altre rassegne d'arte, tra cui "Passeggiata Italiana" (Yemen e Australia) e "Linee dell’arte Italiana degli Anni Novanta" (Serbia, Romania, Croazia).
L’approfondimento e ad un tempo alcune diversificazioni nel percorso dell’artista, emergono nelle “Porte dell’Arte”, Angri 1999, e nella rassegna “Insorgenze del Classico”, Villa Campolieto, Ercolano 2001. Il corpo dell’uomo e quello della terra si armonizzano fino a identificarsi attraverso gli azzurri e la sospensione del paesaggio.
Nel 2001 partecipa anche alla rassegna ““Vele d’Artista”, Napoli. Nel 2002 è presente alla rassegna “Noi”, Istituto Francese di Napoli, Città Del Vaticano, Morconi (BN). Nel 2007 “I paesaggi delle forme”, Galleria Sottocornonove, Milano.
Nel 2003 espone le sue opere in una personale, “L’angelo ferito” presso ‘Le Pain Quotidien’- Arte Contemporanea - Roma.
Nel 2005 dopo varie esposizioni approfondisce un tema che gli sarà sempre molto caro, quello dei cavalli, nella mostra “05-05-05 CAVALLI”, Sala Dorica del Palazzo Reale di Napoli e, quindi, al MIA - Museo Ippodromo Agnano. L’artista dialoga con lo spirito dell’animale, singolare e impenetrabile, tuttavia profondamente espressivo.
Nel 2007, con la mostra “Segni di confine”, a Istanbul, gli occhi profondissimi del cavallo scompaiono nel volto dell’uomo, che ora è senza sguardo, addirittura senza occhi.
Nel 2015, a Sarno, nella rassegna “Artlante Vesuviano”, il corpo dell’uomo si abbandona nel corpo di dolore di una “Deposizione”, e nel 2018, al ‘Plart’ a Napoli, nella rassegna “Ex Novo” ispirata alla rivisitazione di un oggetto semplice, una sedia, Di Riso tratta la ‘seduta’ come un accogliente paesaggio, tema sempre molto significativo per lui, dal quale si erge una casa in terracotta.
Nel 2021, la rivista ‘Anasyrma’ ci mostra un’opera in cui gli azzurri sono quasi assoluti nella tela, il paesaggio isolato sulle alture, due volti in simmetria. Nello stesso anno gli aspetti tridimensionali trovano spazio in un dodecaedro ligneo esposto presso ‘Farmacopea’ a Napoli, e ancora, a Parabita’ in provincia di Lecce, espone un trittico dove il colore raggiunge toni di massima espressività e luminescenza.
Sempre nel 2021, a Napoli presso la ‘Fondazione Banco Napoli’, “Il nostro tempo migliore” viene interpretato dall’artista con un’installazione permanente su di una parete dove quattro dischi distinti, in decrescenza si allontanano.
Di Riso apre il 2022 con una personale al Museo Archeologico di Napoli: “e Adone non lo sa…”. Dal 26 gennaio al 25 aprile.